Omelia VI Domenica di Pasqua - 2014



Nel Vangelo di Giovanni vi è una serie di discorsi nei quali Gesù si congeda dai suoi discepoli prima della sua Passione. I commentatori chiamano questo insieme «discorso di addio». Vi si respira un’atmosfera molto speciale tra Gesù e i discepoli che hanno paura di rimanere senza il loro Maestro. Gesù, da parte sua, insiste che, nonostante la sua partenza, non ne sentiranno mai l’assenza.
Di questo «discorso di addio» la liturgia di oggi ci propone una parte centrale e fondamentale per la fede cristiana: «Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimore presso di voi e in voi». Al centro di questa parola di Gesù, dunque, c’è il permanere dei discepoli (la Chiesa) nella storia. Una storia che, dopo la “partenza” di Gesù dal mondo, appare spesso pervasa di conflitti, di persecuzioni e di sofferenze per i discepoli. Fino a questo momento, in effetti, Gesù è stato sempre con i suoi discepoli, li ha amati e istruiti sulla realtà di Dio, ha condiviso con loro la quotidianità e la precarietà della vita. Ora, però, deve “ritornare” al Padre. Ma questo ritorno a Dio non è un abbandono.
Gesù invierà il Paraclito, lo Spirito Santo, che continuerà nei discepoli l’opera iniziata da Gesù e con Gesù. Sarà, quindi, il Paraclito che accompagnerà i discepoli, la Chiesa, nella sua vita dentro la storia. Una vita – ci dice l’Evagelista Giovanni – che sarà segnata da un conflitto profondo: il conflitto tra Cristo e il “mondo”. In questo conflitto c’è, da una parte, la logica dell’amore di Cristo che appare sconfitta e smentita dalla storia; dall’altra, la logica mondana del successo, del potere, che sembra essere la carta vincente. Invece il Paraclito testimonierà presso il discepolo di Cristo la validità della “via” indicata da Gesù e lo confermerà nel suo cammino.
Così lo Spirito di schiererà con i discepoli all’interno della storia. Li aiuterà a capire, nel profondo, il senso del contrasto con il “mondo” e senza venir meno alla propria fede o soccombere allo scandalo. In parole semplici, lo Spirito aiuterà il discepolo a comprendere la “via” che Gesù ha percorso e ne svelerà il senso. Siamo al cuore della fede cristiana che è un’avventura dell’anima, qualcosa di impensabile e profondo che spezza in maniera definitiva la semplice vita umana e con essa la storia umana fino ad allora un errare nel mondo della vita: la rivelazione di Gesù ha una perfetta continuità! Venuta dal Padre, essa ci viene comunicata da Gesù, il Figlio, e tutta via non raggiunge il suo termine che quando è penetrata e vissuta nel più intimo di noi stessi. E questo avviene per opera dello Spirito Santo che riceviamo nel battesimo, nell’Eucaristia, nei Sacramenti.
Di fatto, è lo Spirito Santo che ci permetterà di comprendere il senso profondo, ultimo e salvifico della vita di Gesù! Allo stesso tempo, lo Spirito dimostrerà, nel profondo del cuore del discepolo, l’iniquità, la non solidità della “logica del mondo”, dei suoi intrighi, della sua falsa salvezza. Tutto questo è un’esperienza dell’anima, non già una dottrina: chi è discepolo autentico di Gesù lo sperimenta ogni giorno. Il discepolo, dopo la morte-risurrezione di Gesù, non rimarrà mai solo. Nel conflitto con la storia, avrà il Consolatore che lo accompagnerà nel suo cammino umano e spirituale. Ed è soltanto con l’aiuto dello Spirito che il discepolo o la discepola potrà superare lo scandalo delle contraddizioni che trova anche all’interno delle comunità cristiane. Potrà comprendere anche lo scandalo perché lo Spirito gli offrirà la chiave per interpretare la storia che vive o che subisce.
Signore Gesù, oggi tu ci richiami ad una profonda coscienza della terza persona della Trinità, lo Spirito Santo. La più dolce, forte, bellissima novità della nostra fede in te. Ma tu sai anche che noi non sappiamo dire molto di questo “grande sconosciuto” che è lo Spirito. È soffio, impalpabile e misterioso, che muove tutto ciò che vuole. Non si dà a vedere come tutte le cose materiali. È come la luce che di per sé non afferriamo, se non nelle cose che illumina e rende belle. Sappiamo soltanto, dalla tua Parola, che lo Spirito e con noi e dentro di noi! Aiutaci, nell’umiltà più profonda, nel sacrificio del nostro orgoglio umano, a comprendere bene che lo Spirito non si trova, non si domina, non si incontra in questa o in quella pratica anche religiosa. Lo Spirito si invoca e si prega con “accenti inesprimibili”, e qui si gioca la nostra verità di autentici discepoli/e. Se questa invocazione è viva e sincera fino all’osso, allora il tuo Spirito troverà il modo di colmare tutta la nostra anima per i secoli dei secoli. Amen.   

 

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